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Capirossi: "Tradito dalla Ducati"

Ultimo Aggiornamento: 01/08/2007 18:39
01/08/2007 18:39

«Una moto nel team satellite
e senza il mio ingegnere
A Brno saprete cosa farò»

ENRICO BIONDI fonte www.lastampa.it

«Saprete tutto il 16 agosto a Brno». Loris Capirossi è lapidario: del suo futuro non parla, ma è chiaro come il sole che ha già preso una decisione riguardo a cosa farà nella prossima stagione.

Loris, che tipo di vacanza sono le sue? Si aspettava di passarle a rimuginare quanto successo dopo Laguna Seca?
«Vacanze tranquillissime, mi creda. Avevo già deciso di restare a Montecarlo con Ingrid e Riccardo. Lui è ancora troppo piccolo, meglio non affaticarlo con lunghi viaggi. Circa l’annuncio dato dalla Ducati in California dopo la gara (Melandri con Stoner nel team ufficiale, ndr) quello non me l’aspettavo davvero. Insomma, non mi hanno trattato bene. Per questo sono amareggiato per quanto successo. E soprattutto per l’offerta che hanno fatto al mio manager Carlo Pernat nella riunione di giovedì scorso».

Ci racconti.
«È vero che Livio Suppo (responsabile del progetto Ducati, ndr) mi ha offerto una terza moto, del tutto identica a quelle ufficiali. Ma mi ha anche tolto il mio ingegnere, Christian Populin, che passerà con Melandri, mentre sulla squadra che avevo quest’anno non è stata presa alcuna decisione. Per finire, dovrei correre per il team di D’Antin. Niente contro Luis, sia chiaro, che reputo un gran bravo team manager. Ma mi sarei aspettato qualcosa di diverso, anche perchè le moto saranno sempre 4 e non 5».

Una coltellata fa meno male.
«Ripeto: non mi hanno trattato bene, provo tanta amarezza. Dopo anni che corro per loro, essere messo da parte così non fa certo piacere. Ho ricevuto molto dalla Ducati, non posso negarlo, ma ho anche dato molto, mi pare. Ho sviluppato questa moto, l’ho vista e fatta crescere».

Una questione di soldi?
«Assolutamente no: il denaro è sempre stata l’ultima cosa cui ho pensato nella mia carriera. E difatti pur di guidare qualche anno ho corso anche gratis. Ciò che più mi interessa è correre ed essere felice, sentire l’atmosfera giusta intorno a me: è il modo migliore per dare il massimo e sentirsi bene con il mondo intero».

Loris, dobbiamo pensare che sua moglie Ingrid dovrà rassegnarsi a vederla ancora in pista e non girare per casa, magari a cambiare pannolini...
«Ebbene sì. Ho intenzione di correre ancora per un po’. Un anno di sicuro. E forse anche due. Vedrò il da farsi. Quanto a Ingrid non si è mai intromessa nelle mie decisioni e non penso che comincerà a farlo adesso».

Ma quando ha saputo che sarebbe arrivato Melandri?
«Praticamente mai. Carlo mi aveva accennato qualcosa nei mesi scorsi, poi leggendo i giornali avevo capito. A Laguna mi è stato detto che pensavano a Marco, ma l’annuncio a fine gara non me l’aspettavo. Avrei preferito mi avessero parlato apertamente: sono anch’io un essere umano e certe situazioni mi feriscono. In Ducati sono liberissimi di decidere e scegliere il pilota che credono, ci mancherebbe altro. Resta il fatto che avrebberi potuto affrontare il problema in modo diverso, guardando la cosa dal lato umano. Non lo hanno fatto, pazienza. Melandri? Lo conosco da una vita, siamo nati a pochi chilometri di distanza e ci conosciamo bene. È un caro ragazzo e gli auguro tutto il bene del mondo».

Il futuro si colora d’azzurro, i colori della Suzuki.
«Saprete tutto il 16 agosto. Per il momento vi posso solo dire che mi alleno mattina e pomeriggio per essere al 100% a Brno, alla ripresa del campionato. C’è ancora un mondiale da portare a termine e intendo farlo nel migliore dei modi. In America la sfortuna (problemi al cambio, ndr) mi ha appiedato, ma il feeling con la Desmo è migliorato molto. Insomma, non vi nascondo che mi piacerebbe vincere qualche gara da qui a novembre».

Magari dando una mano a Stoner a vincere il mondiale.
«Casey è fortissimo e lo sta dimostrando gara dopo gara. Non dimenticatevi che fui io alla fine della scorsa stagione, a consigliarlo alla Ducati. Sapevo che a Borgo Panigale avrebbero fatto un affare».
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