La Fia avvia un’inchiesta
sull’inglese: il video amatoriale
scovato dalla Toro Rosso
per scagionare Vettel
STEFANO MANCINI, INVIATO A SHANGHAI
Lewis Hamilton è stato tradito da You Tube, il sito dei video amatoriali. Come i bulli a scuola che picchiavano il compagno disabile, come l’insegnante che si lasciava palpeggiare, come il motociclista che impennava a 200 orari in autostrada, come tanti altri esseri umani nel mondo, traditi dall’esibizionismo proprio o dal voyeurismo altrui, il leader del Mondiale è stato sorpreso in una manovra scorretta dopo il 2° ingresso della safety car (per l’incidente ad Alonso) nel Gp del Giappone. E ora rischia una penalizzazione di 10 posti sulla griglia del prossimo Gp di Cina, se non addirittura la perdita dei punti del Fuji.
Così è la giustizia ai tempi di Internet: un film girato da uno spettatore in tribuna e gettato nella grande rete (www.autosport.com/news/report.php/id/62978) è finito sotto gli occhi della Fia. Si tratta di una sequenza che decine di telecamere ufficiali dislocate ovunque si erano persa: Hamilton frena bruscamente all’ingresso della curva 10 poi, invece di seguire secondo logica la traiettoria della safety car e accelerare, si porta a bordo pista e pare volersi fermare. E’ un attimo: alle sue spalle si trova Mark Webber, che lo vede e pesta sul freno per evitare il sorpasso (vietatissimo quando la corsa è neutralizzata). In terza posizione è Sebastian Vettel, che si volta una frazione di secondo a guardare la McLaren, un po’ come gli automobilisti che rallentano per vedere la scena di un incidente. Distrazione fatale: Vettel, 20 anni, il più giovane della F1, paga l’inesperienza e tampona Webber. Più avanti si scuserà e piangerà di rabbia. Più avanti ancora gli verrà il dubbio che la colpa non sia sua.
La Toro Rosso gli dà manforte. Il responsabile della scuderia, Franz Tost, scova il video su
www.youtube.com (poi fatto oscurare dalla Fom, la società che gestisce i diritti tv della F1) e lo mostra ai commissari di gara di Shanghai, che decidono di avviare un’indagine. «Non m’interessa che Hamilton sia punito - spiega Tost -. Chiedo che Vettel non sia retrocesso di 10 posizioni».
Quando Hamilton varca sorridente i cancelli dell’autodromo di Shanghai, trova ad attenderlo la convocazione in direzione gara. L’espressione del pilota si incupisce. Papà Anthony è nervoso, la tensione contagia il team. Un giornalista italiano che osa registrare la conferenza del pilota con i reporter inglesi viene insultato e costretto dall’addetta stampa a cancellare il nastro. Lewis si presenta davanti agli steward con il team manager della McLaren Dave Ryan.
Di nuovo l’esito del Mondiale passa attraverso una decisione presa a tavolino. Le precedenti sono state tutte favorevoli all’inglesino, da quella sulla spy-story (nessuna sanzione) a quella del Gp di Ungheria (sanzione per Alonso in seguito a sua denuncia), fino alla email sulle gomme al Fuji (Raikkonen avrebbe vinto con ogni probabilità se avesse montato subito gomme da pioggia forte). In mattinata è attesa una sentenza.
Webber un’idea se l’è fatta: «Hamilton ha fatto una merdata. Durante la riunione dei piloti aveva detto che si sarebbe comportato benissimo, poi ha fatto il contrario. Nessun problema, la prossima volta sapremo come regolarci». Vettel è più timido, ma la sostanza resta la stessa: «Non sono qui per criticare nessuno, però il ritmo dietro la safety car non era quello giusto e non è facile guidare in certe condizioni. Comunque ho tamponato io, quindi mi scuso con Mark». Eppure Mark (Webber) non ce l’ha con lui: «Ci ha confusi il comportamento di quello là davanti. Faceva esattamente ciò che uno non si sarebbe aspettato».
Monta l’antipatia verso Hamilton. Alonso si accoda: «Non ho rivisto la gara in tv (al momento del fattaccio la safety car era in pista per rimuovere i rottami della sua McLaren, ndr), tuttavia ascoltando i commenti degli altri non posso che condividere. Anch’io all’inizio sono stato dietro a Lewis e sono stato costretto a sorpassarlo due o tre volte. Certe manovre sono inutili». Il regolamento prevede che il leader della corsa mantenga dalla safety car una distanza non superiore a 5 monoposto (circa 25 metri), mentre Hamilton ha costretto il gruppo a uno yo-yo spensierato.
Una penalizzazione riaprirebbe un campionato che sembrava finito e archiviato appena 4 giorni fa. Per Raikkonen (-17 punti) si intravede uno spiraglio, Alonso (-12) ritorna in partita. Ma lo spagnolo teme rappresaglie da parte della squadra. È convinto che nell’ultimo giro di qualifica del Gp di Giappone i meccanici gli abbiano sbagliato di proposito la pressione delle gomme.